Ecologia&Ambiente

La chiusura del Buco dell’Ozono

Persone con la terra

Negli ultimi anni, ci sono state alcune buone notizie riguardo alla chiusura del buco dell’ozono. Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), la dimensione media sopra l’Antartide si è ridotta di circa il 1,3% all’anno dal 2000 al 2020.

Nel 2018, uno studio condotto da un team di ricerca ha registrato la riduzione maggiore dal 1982. Gli scienziati hanno attribuito questo fenomeno alla diminuzione dell’uso di clorofluorocarburi (CFC) e altre sostanze che distruggono l’ozono.

Nel 2019, un altro studio ha confermato che l’ozono presente nella stratosfera stava lentamente aumentando a causa della diminuzione delle sostanze che lo distruggono. Il rapporto ha anche rivelato che la riduzione era stata sostanzialmente mitigata dalle azioni adottate nel Protocollo di Montreal.

Tuttavia, nonostante i progressi, l’OMM ha avvertito che ci vorranno ancora molti anni prima che il buco dell’ozono si chiuda completamente, prospettandone una data intorno il 2045 (sull’Artico).

Ecco perché è importante continuare a monitorare l’ozono nella stratosfera e adottare misure per proteggerlo.

Cos’è il buco dell’ozono

Partiamo dalle basi.

Stiamo parlando di una regione dell’atmosfera terrestre in cui avviene una diminuzione di una forma di ossigeno che assorbe gran parte delle radiazioni ultraviolette del Sole.

Il calo è stato registrato per la prima volta negli anni Ottanta come concentrazioni di ozono molto basse, in particolare sui poli della Terra da settembre ad ottobre.

Il buco dell’ ozono è causato principalmente dall’azione di sostanze chimiche artificiali, come i clorofluorocarburi (CFC) e altre sostanze. Spesso rivediamo queste componenti in molti prodotti industriali, come i refrigeranti, bombolette spray e gli aerosol.

Queste sostanze, una volta rilasciate nell’atmosfera, salgono dove la radiazione solare e l’alta energia delle particelle atmosferiche ne spezzano i legami chimici, e rilasciano cloro e bromo. Questi elementi reagiscono con l’ozono, riducendone la quantità presente nell’atmosfera.

Si tratta di una minaccia per l’ambiente e la salute umana, svolge un ruolo importante nella protezione della Terra dai raggi ultravioletti del Sole.

La diminuzione della sostanza aumenta l’esposizione umana ai raggi UV, che possono causare danni alla pelle e agli occhi, nonché aumentare il rischio di cancro. Tutti questi fenomeni li vediamo riflessi nel riscaldamento globale e con l’ effetto serra.

Grandezza buco dell’ozono

Le dimensioni variano durante l’anno a causa dei cambiamenti stagionali nella temperatura e nella circolazione dell’atmosfera.

In genere, si sviluppa ogni anno durante l’inverno antartico (luglio-agosto), raggiungendo il massimo delle dimensioni a settembre – ottobre, e riducendosi gradualmente fino alla fine dell’anno.

Negli ultimi decenni si è osservata una tendenza alla diminuzione delle dimensioni:

I benefici

La sua chiusura ha molti benefici per l’ambiente e per la salute umana.

Ecco alcuni esempi:

  1. Protezione dagli effetti nocivi dei raggi UV: la molecola di ozono presente nella stratosfera svolge un ruolo importante nella protezione della Terra dai raggi ultravioletti (UV) del Sole;
  2. Migliore qualità dell’aria: la riduzione dell’uso di sostanze chimiche ha portato anche alla riduzione delle emissioni di altri gas a effetto serra e inquinanti dell’aria, migliorandone la qualità;
  3. Benefici per l’agricoltura e la biodiversità: gli effetti dannosi dei raggi UV possono ridurre la produttività agricola e influenzare la biodiversità. Riducendolo si migliorerà la produttività e la diversità biologica;
  4. Benefici per il clima: ha anche contribuito a ridurre le emissioni di gas serra. La protezione dell’ozono può quindi contribuire a mitigare i cambiamenti climatici e i loro effetti negativi sull’ambiente e sulla salute umana.

In sintesi, è importante per il miglioramento della qualità dell’aria, la protezione della biodiversità, la mitigazione dei cambiamenti climatici e la salute umana.

Le stime

L’ONU non ha stabilito una data specifica per la chiusura completa, poiché il processo di recupero dell’ozono stratosferico dipende da molti fattori non prevedibili. Allo stesso tempo si considera che, entro 40 anni, questo fenomeno non sarà più un problema.

Secondo le stime del WMO (World Meteorological Organization), l’ozono stratosferico dovrebbe recuperare gradualmente nei prossimi decenni, solo se le misure di protezione saranno rispettate.

In particolare, si prevede che le concentrazioni dovrebbero tornare ai livelli pre-1980 intorno al 2060-2075 (in Antartide).

Tuttavia, è importante evidenziare che la chiusura completa del buco dell’ozono richiederà tempo e sforzi continuati da parte di tutti, per proteggere l’ambiente e la salute umana.

Alcuni dati:

L’estensione del buco dell’ozono raggiunta in Km quadrati dal 1980:

(Fonte: ISPI su dati di BBC)

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